La prima copia del mio libro. Foto di copertina e prefazione di Giuliano Grittini: è davvero un sogno che si realizza, grazie alla casa editrice che mi ha sostenuta.
L’opera si suddivide in sei sezioni. Le prime cinque sono raccolte di testi poetici, una selezione di scritti del passato mescolati ai recenti, la sesta è dedicata ai racconti brevi. La prima raccolta s’intitola “La voce delle foglie” e riunisce i canti dedicati alla natura. La seconda “Studio sulla luce e i metalli” propone una visione originale sull’argomento. La terza “Amore ogni tanto mi leggi?” racchiude liriche sull’amore e l’amicizia. La quarta “Sotto spirito” sono dialoghi che l’autore ha con se stesso sulla vita e sulla morte. Queste liriche hanno tutte un titolo, perché da una parte alcune sono pensate a priori nella struttura per esserlo, come se un’opera d’arte fosse racchiusa da una cornice parlante che in qualche modo riuscisse a esplicare di cosa tratta il lavoro; dall’altra il corpo della poesia si serve quasi di un verso aggiuntivo che lo presenti, un cilindro che lo introduca. La quinta “i frammenti”, o pensieri sparsi sono gli unici testi nati senza titolo, appunti sul quotidiano, a volte enigmatici, altre volte ludici nei quali si gioca con il ritmo e la melodia del suono.
I racconti, l’ultima parte di questo libro, raccontano d’amore, di guerra, di realtà metropolitane a volte ai limiti della normalità.
Il titolo del libro è stato tratto da un verso di una poesia che si incontrerà nel testo , l’ho scelto perché dava un po‘ l’idea di ciò che sono, una sognatrice. La dimensione onirica ha tanti aspetti, uno di questi è il saper osservare oltre il velo della realtà, perché a mio avviso, o per meglio dire secondo le mie esperienze di vita, è lì che risiede la verità. Una lezione dei Veda. Nei Veda indiani, datati intorno ai 5000 anni a.C., la dea Maya, dopo aver creato la Terra, la ricoprì con un velo che doveva impedire agli uomini la conoscenza della vera natura della realtà. D’altra parte anche il mito platonico della caverna testimonia questa visone del reale.
Premettendo che ogni percorso ha un suo significato educativo, quello poetico insegna ad aprirsi a se stessi, ai sentimenti, alle emozioni. Molte persone non lo sanno fare, risultano fredde, persino gelide. Magari perché hanno paura di cercare in se stesse, non hanno gli strumenti. Molti individui per parlare con se stessi, per esempio, devono servirsi di un’altra persona. Oltre che educative la poesia e la letteratura sono anche terapeutiche, aiutano a superare o esorcizzare le proprie paure, le proprie sofferenze.
Le prime due poesie del libro, non a caso, vorrebbero nelle mie intenzioni essere una sorta di manifesto del mio modo di intendere la vita e la poesia, connesse l’una all’altra indissolubilmente: “Per sempre” e “Tra le forme”. In entrambe porto il lettore a guardare il cielo. Si dovrebbe fare più spesso. Si usa dire: “Sei sempre con la testa sulle nuvole…” oppure “Vuoi scendere dalle nuvole?”. Invece io invito a farlo, perchè i pensieri possono sfuggire all’ordinario e diventare leggeri fino a scomparire, donandoci la pace.
In realtà pur essendoci una differenza di aree testuali, ogni sezione ha a che fare con le altre, ci sono incroci e parallelismi anche se poi compaiono deviazioni. Il giocare con il ritmo e con il suono contraddistingue molte liriche, rendendole ludiche. Ci sono poesie più essenziali, stilizzate, altre invece sono musica, hanno ritmicità, un suono intrinseco.
In “La voce delle foglie” :
parte tutto da una tipica passeggiata cittadina contemporanea da dove io provengo, una città del nord, Milano, in cui spesso il cielo è coperto di nuvole, il riflesso dei pensieri di chi vive in luoghi siffatti per poi proseguire nel bosco, accanto al mare, fin ad arrivare in india, sotto i veli misteriosi degli dei. Visioni di un’autrice in un mondo che spesso dimentica che la natura sa parlare. Nel medesimo tempo si gioca con la natura delle parole come se anch’esse avessero una radice nella terra, quel linguaggio che anche se arcaico viene compreso nell’oggi, per la sua appartenenza ad una memoria collettiva, territorio scoperto da Jung; quel linguaggio che continuamente si evolve senza poter mai essere catturato, come ha chiarito Heidegger. La mia poesia, in fondo, però, quasi come un sogno all’incontrario sembra affondare le proprie radici nelle nuvole e non nella terra quasi a voler ribaltare il modo di pensare comune.
Nella poesia “Il paesaggio” si arriva ad immaginare il suono di un elemento naturale, il mare, che pur nell’assenza concreta riserba se stesso nella mia memoria, in quanto suono.
In “Studio sulla luce e i metalli”:
ho cercato di catturare la luce dei metalli nobili e non, come, per esempio l’oro, il diamante per tradurla in immagini d’ambiente naturalistico, fantastico, dando un altro valore, un altro contenuto a quell’intensità visiva che riluce di bellezza.
Le liriche sull’amicizia e l’amore hanno per titolo "Amore ogni tanto mi leggi":
La scelta del titolo di questa raccolta, che è nato un po’ per caso. Molte volte cerchiamo di comunicare con le persone. Persone che amiamo, ammiriamo, stimiamo. Ma non sempre sappiamo di essere ascoltati. Ricordo che scrivevo ad una persona in particolare e cercavo di sapere se ogni tanto leggesse le mie righe. Così quando gli ho fatto questa domanda ho ricevuto una risposta. Con questo titolo invoglio le persone alla lettura, alla considerazione, all’empatia e così… all’amicizia e all’amore.
I canti che ho elaborato essendo una selezione di opere passate, oltre a essere delle novità segnano un percorso importante dentro di me, perché sono lo specchio dei volti che hanno avuto un significato nella mia vita. Dagli incontri agli amori brevi, da quelle relazioni rare a quelle amicizie del per sempre.
In “Sotto spirito”:
Premettendo che in quelle ricerche interiori che ognuno fa, spesso oltre la vita e la morte c’è una ricerca di eternità; in questi testi cerco di scoprire il segreto della vita, il significato della morte con cui tutti noi inevitabilmente abbiamo a che fare. Cammino nel territorio dell’umano anche se poi l’uomo può superare se stesso. Sta ad ognuno di noi cercare quel passaggio segreto che conduce dove non si può vedere. La fede sicuramente ci induce a sperare. Il desiderio più grande è il poter raggiungere l’Iperuranio, quello spazio al di là delle sfere celesti, che supera i limiti della realtà materiale e della conoscenza umana, quello spazio incorporeo, spirituale, già durante il nostro soggiorno terreno, ovvero in vita. Secondo un passo di Platone (Fedro, 247), sarebbe sede delle realtà assolute e a cui tenderebbe la parte migliore dell’anima umana.
"I Frammenti":
sono appunti della giornata quando nasce, quando muore, un ricordo di una presenza.
I racconti:
I racconti sono tre e gli argomenti risultano al passo con i tempi.
Se per Grittini, come si legge nella prefazione da lui scritta “Contemplare la poesia attraverso la fotografia”, osservando negli occhi le persone attraverso l’obiettivo fotografico conduce alla scoperta della loro interiorità così nei miei racconti le veci della macchina fotografica vengono fatte dalle parole che cercano di cogliere come in uno scatto dei frammenti di realtà nel loro significato più profondo.
Anche il titolo del libro, “Nella notte, l’emisfero curvo dei sogni” viene preso in considerazione, dando molto valore a quell’intervallo di tempo che va dal crepuscolo all’alba ed è vero che “Se presso al mattin del ver si sogna”, come dice Dante.
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