martedì 18 febbraio 2025
Memoria di un vissuto milanese, di Giovanni Femia
In “Rilievi di Milano”, l’esposizione di Giovanni Femia che inaugurerà il 21 Febbraio 2025, fino al 23, all’interno dello Studio Mitti (Alzaia Naviglio Grande n.4), bastano pochi tratti per disegnare un luogo. Una città in questo caso che si fonde con l’emozione di un ricordo.
Uno scorcio nella memoria di attimi mai cancellati. Seppur il presente muti quotidianamente il paesaggio urbano a causa dalle trasformazioni architettoniche, storiche e sociali lungo il corso del tempo; nonostante esso sia una continua peregrinazione di senso in quell’andirivieni di gente che lo abita, di persone sempre diverse che lo attraversano e lo vivono, per mezzo di una fotografia o di un dipinto è possibile renderlo proprio nell’eternità di un sogno concretamente vissuto.
«Un breve periodo a Milano, come fossi novizio, girovagando per vedere le bellezze che offre la città e carpirne le qualità. - racconta l’artista - Sospiri di Milano, mentre si soffia per scaldarsi le mani. “Rilievi”, geometrie rigide quasi gelide, il grigio matita della nebbia… e la tela il più bianca possibile come le mani che si gelano al freddo, in contrasto con un forte rosso che fa da catalizzatore per descrivere la città-motore».
Con Femia, in quella sintesi grafica, in quell’allungarsi di linee nell’incrocio con altre, la figura umana e la rappresentazione scenica si stilizzano a tal punto da far rivivere in estetica ciò che Guglielmo di Ockham, filosofo inglese medievale, ha reso possibile concettualmente mediante il suo noto e per questo omonimo “rasoio di Ockham” : la verità traspare nella semplicità ed è quindi inutile postulare entità inutili, evitando perciò le ipotesi complesse per arrivare alla risoluzione di un problema.
Oltre a rendere l’idea in quell’essenziale gioco di segni, non serve che un tocco di rosso, a questo artista lombardo per rendere percettibile l’emozione, che si carica ulteriormente di energia, colta nel vivo di quei siti storici milanesi come il Caffe Magenta, l’arco della Pace, l’area di City Life. Rosso, colore che evidenzia ciò che più ha colpito lo sguardo di questo pittore; il rosso che rappresenta il taglio di un qualcosa che è stato sacrificato nella forma al fine del concentrarsi su un focus determinato da parte della reminiscenza, la rievocazione
Un bacio all’hotel Ville, rende autobiografica e maggiormente intima l’immagine in primo piano, quasi scolpita nello spazio affinchè pur nella leggerezza stilistica non venisse spazzata via dal divenire, mentre un vociferare sbiadito reso in quello sfondo di corpi presenti ma assenti, passa e va.
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