lunedì 12 settembre 2016

ARTIGIANI AL CASTELLO … UN SALTO NEL MEDIOEVO

Rassegna Nazionale Artigianato Artistico di Qualità ed antichi mestieri in ambientazioni medioevali


Gratificati dal costante successo di “Creazioni Artigiane Artiste …e fiori” che organizziamo da tanti anni ad Abbiategrasso in occasione della Festa della Donna a marzo, e su richiesta di artigiani, visitatori e cittadini che ci hanno più volte chiesto di sviluppare un evento sull’artigianato artistico anche in autunno – inverno, abbiamo deciso di dare vita ad una nuova manifestazione incentrata sull’artigianato di qualità e la promozione di antichi mestieri, vedendola in chiave più “antica” ed altrettanto suggestiva, ambientandola ed ispirandola ai contesti medioevali, facendo un salto nel passato storico nel castello visconteo di Abbiategrasso, vicino a Milano.

L’evento non vuole fregiarsi di diventare una rievocazione storica, ma intende ricreare le suggestioni e la cultura del passato, “immergendo” gli artigiani, gli antichi mestieri e gli stessi visitatori in un “salto nel passato”, andando a riprendere anche la storia e le usanze del castello e della popolazione negli anni in cui sorse proprio questo importante e splendido Bene culturale.

Un modo per fare cultura, insegnare e presentare, attraverso una manifestazione bella e suggestiva all’interno del Castello, mestieri antichi ancora attuali ed altri, forse dimenticati, in una coreografica un po’ particolare, nella quale i visitatori potranno trovare anche tante idee e produzioni interessanti ed originali per i regali natalizi.

La mostra “Artigiani al Castello … un salto nel Medioevo” è promossa da Associazione culturale e artistica Iperbole, con il supporto ideativo ed organizzativo di Eventi doc di Myriam Vallegra,  e verrà patrocinata da Comune di Abbiategrasso e Regione Lombardia.


La manifestazione “Artigiani al Castello … un salto nel Medioevo” offre un percorso suggestivo nei sotterranei e nella corte del castello, in cui il visitatore troverà pezzi unici, avvolto in un’atmosfera nuova ricca di colori, mistero, bellezza ed arte in cui si verranno presentati i lavori degli artigiani artisti, il cui estro va fatto conoscere e sostenuto.

“Artigiani al Castello … un salto nel Medioevo” è anche un evento affascinante e di intrattenimento: infatti, durante i giorni di manifestazione, ci sarà anche musica dal vivo, dimostrazioni, laboratori didattici e giochi per bambini, intrattenimenti e visite alla scoperta del castello.

Vi aspettiamo !
Inoltre dimostrazioni dal vivo, laboratori didattici e giochi per bambini, visite con accompagnatori culturali, musica dal vivo, intrattenimenti a tema medioevale

Venerdì 4, Sabato 5, Domenica 6  Novembre 2016

Castello Visconteo

Abbiategrasso (MI)

Orari apertura al pubblico:

Venerdì dalle 15.00 alle 19.30; Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 19.30

Ingresso al pubblico gratuito



Per informazioni:

Associazione Culturale ed Artistica Iperbole
Cel. 329-8989533 – info@associazioneiperbole.it – www.associazioneiperbole.it


Eventi Doc di Myriam Vallegra
cel. 347-4009542 - info@eventi-doc.it  - www.eventi-doc.it



L’essenza pittorica di Chiara Maresca


Inoltrandosi nella materia con la profondità dell’anima, Chiara Maresca ne cattura l’essenza. Attraverso uno stile prettamente astratto, con l’uso e l’accostamento di tecniche ed elementi differenti, come stoffe, carta, bottoni, cristalli, sabbia, fibre, legno, questa artista napoletana, coniuga «fisicità e spiritualità, realtà e sogno». In una selezione di opere realizzate tra il 2011 e il 2016, seguiamo il suo percorso estetico fomentato dal suo amore per la materia. «Il mio amore per la materia è indiscusso e nasce dal bisogno di conoscere il mondo che mi circonda attraverso tutti i miei sensi e di reinventarlo, nella creazione di un'opera d'arte, non solo attraverso le emozioni, che tendono ad idealizzare la realtà del sentimento, ma anche attraverso l'istinto ed il contatto fisico. – racconta Chiara - Ho sviluppato, perciò, una sorta di "filosofia del contatto", ricca di mistero e di suggestione, di sensualità fortemente sublimata che soddisfi il bisogno di comunicare anche coi sensi e di instaurare con l'elemento / oggetto, col quale mi rapporto nella creazione di un'opera d'arte, una partecipazione attiva, determinante per la composizione stessa». Meditativa e colta crede nella forza e nel potere della natura, raffigurandola assai spesso nel particolare, come vista da una lente d’ingrandimento. Un invito ad addentrarsi nel vivo di un’”Ametista” o di una “Aragonite”, al centro di un ruscello d’acqua volando su una colomba, tra le lacrime all’interno delle crepe di un albero…

 Inaugurazione 17 settembre 2016
 Ore 18.30 –21.30
Fino al 29 settembre 2016
Spazio Libero
Alzaia Naviglio Pavese 8, Milano
Da lun. a ven. dalle 16.00 alle 19.30



 ---------------------------------

Testo d'approfondimento

La pittura di Chiara Maresca ruota attorno a termini quali essenza, emozione, musica, colore, luce, materia, ricordo.

L’essenza delle cose si nasconde dietro alla musicalità data dal silenzio in Chiara Maresca. L’atteggiamento mistico con cui mira all’oggetto rende le sue opere respiri di vita. Cosa c’è più essenziale di un respiro? L’essenza stessa della vita risiede nel respiro: nell’impercettibilità del suo suono, nel suo odore quasi inesistente, nell’incredibile leggerezza del suo corso. L’autrice sembra catturare il primo respiro della materia vivente, il suo battito più intimo, il suono segreto che si cela nel silenzioso apparire delle immagini del reale. Per questo l’astrattismo è il suo modo di rappresentare ciò che vede. Osservando le sue creazioni si evince che in lei l’essenza non è verità assoluta. «Nell’arte non esiste una verità ultima, ma ciò che si mostra è sempre una visione soggettiva», sottolinea l’artista. La sua descrizione del reale «è un discorso che conduce alla cosa attraverso le impronte di essa», così come concepivano gli stoici la problematica linguistica inerente al termine Essenza, ma considerando questo ragionamento su un piano puramente personale. Senz’altro è così, quando si guarda all’essenza da un punto di vista puramente rappresentativo. Seguendo il lungo dibattito sul vero significato del termine Essenza, avvenuto nel corso dell’evoluzione del percorso filosofico, è possibile comunque addentrarsi nella comprensione della poetica di Chiara Maresca, se si pensa però alle sue opere come specchi di una sua sensibilità interiore. Aristotele, per esempio, definiva l’Essenza come «La sostanza stessa considerata a parte dal suo aspetto materiale». Così Chiara affronta la realtà, raffigurando l’astratto. In Plotino si stabilisce un’uguaglianza reciproca dei termini essenza e sostanza, il quale la attribuisce «allo stato delle cose nel mondo intellegibile, cioè nel nous divino, ma non solo a tale stato». Qui, egli afferma «tutto è nell’unità, sono identici la cosa e il perché della cosa». È possibile dire contemporaneamente che disegnando Chiara deduce la quiddità, un’altra variazione dello stesso termine che stiamo analizzando, “quod quid erat esse”, ciò per cui qualcosa è ciò che è. Per S.Tommaso la quiddità è anche chiamata forma o natura. L’essenza per Husserl contrassegna «ciò che si trova nell’essere proprio di un individuo come suo quid», ma considerando che ogni tale quid può essere messo in idea. L’oggetto intuito risulterà l’equivalente della Essenza pura o eidos. A tale Essenza ci si arriva attraverso un atto di intuizione che è similare al percepire sensibile. Quest’ultima è sicuramente la visione moderna dell’Essenza sostanziale aristotelica. Dunque ritornando a Chiara, la sua intuizione nasce dall’emozione. In sintesi, trascendendo la realtà, con l’astrattismo, raggiunge l’essenza, intuendola attraverso l’emozione. «Di fronte a qualunque cosa, uno spettacolo della natura, l’incontro con una persona, ecc… la prima reazione è sempre di carattere irrazionale, emotiva, non è mai razionale. Cosa devo fare io attraverso l’arte? Tradurre l’emozione che prescinde la realtà; perché se due persone diverse rivolgono lo sguardo a una stessa cosa oggettivamente identica, non la vedono nello stesso modo. Il primo può essere colpito da una forma, l’altro da un profumo… - racconta Chiara Maresca -  L’idea di fare l’astratto e non il figurativo, mi viene da questo. Io vorrei essere il meno possibile descrittiva per legare l’arte a questo concetto: l’arte è emozione, spiritualità». Emozione per Chiara significa: «Provare un senso di scuotimento, una reazione emotiva… che può essere dolorosa o di felicità, ma sempre una dimensione altra, al di là della dimensione dell’ovvietà, della banalità del quotidiano… una vibrazione dell’anima, qualcosa che mi fa vibrare, che mi fa sentire viva».

Pianista e compositrice, oltre che pittrice Chiara Maresca, eclettica e profonda, percepisce tra le arti un’influenza reciproca. «Musica è respiro, gioia, conoscenza di sé, scavare nell’anima propria e altrui, questo è indispensabile per essere un pittore. – spiega l’autrice - È chiaro che se fai tutte due le cose, le cose convergono l’una nell’altra. Musica è movimento e quando dipingo queste tavole, io mi devo concentrare, perché con le mani mi muovo, danzo, metto il colore in una maniera particolare. Musica è scenografia, non a caso c’è musica fatta per la danza e per la pittura; la danza prevede l’unione di scenografia quindi di pittura, di musica, di movimento, di storie; basti pensare all’opera». Secondo Schopenhauer, mentre l’arte in generale è l’oggettivazione della Volontà di vivere in tipi o forme universali che ciascun arte riproduce a suo modo, la Musica è rivelazione immediata o diretta della stessa Volontà di vivere. Con i Pitagorici nasce la dottrina della Musica come scienza dell’armonia e dell’armonia come ordine divino del cosmo. Lo stesso Dante cattura questa interpretazione facendola sua, arrivando a paragonare la Musica al pianeta Marte, poiché è “la più bella relazione”, ovvero armonia, essendo al centro degli altri pianeti e ed è il più caloroso, in quanto il suo calore è paragonabile a quello del fuoco, onorandolo così di un carattere cosmico. Osservando le opere della Maresca traspare una sorta di melodicità silente, che genera una serenità interiore. Un’opera che rappresenta al meglio questo punto è la tavola intitolata ”Saline del deserto”, deserto peruviano di Atacama. «Qui fiorisce la malva durante la primavera, fiorisce e diventa tutto rosa. – spiga la Maresca - Il silenzio non esiste, ma il silenzio che possiamo ascoltare è musica, musica che non abbiamo creato noi. Come il frusciare dato dalle foglie…». Quando dipinge ama ascoltare compositori come Mozart, Bach, Puccini, Stravinsky, John Cage, poiché ognuno di essi riesce a dare un messaggio significativo che arriva nel profondo. Certamente ascoltare Chiara parlare di musica è molto interessante. «Mozart è il primo in assoluto. Lui è l’artista che raggruppa in sé profondità e leggerezza. la purezza è fondamentale. Ci sono alcuni spartiti, sonate, che porto sempre di esempio, “Tema e variazioni”. Ci sono solo tre righe che si replicano in una paginetta.  Tre note su e tre sotto, ma lì c’è tutto: melodia, armonia… è il puro per eccellenza, di una profondità straordinaria. – illustra Chiara - Bach è il musicista colto, quello che sapeva sviluppare i temi, maestro del contrappunto per eccellenza… Puccini, è leggero e nello stesso tempo profondo. Ha scritto opere straordinarie, soprattutto quelle della sua gioventù…  perché sono fresche. Si piange, ci si commuove quando si va a vedere la Bohème, Madama butterfly… Stravinsky, è stato avvicinato a Picasso. Ha seguito anche lo stesso percorso di cambiamenti e novità. Quando lui è diventato cubista, lui ha scritto la sagra della primavera. Poi è diventato neoclassico quando anche Picasso è diventato neoclassico. John Cage invece ha stravolto il concetto di musica: musica come rumore, come silenzio… Ha scritto questo libro che si chiama “Il silenzio”. Lui registrava ad esempio il silenzio nei boschi».


Conoscere un artista in tutto e per tutto, significa comprendere il suo messaggio fino in fondo. Pittura e musica in lei sembrano sposarsi attraverso l’unione di tecnica, colorazione e materia. Altri temi da affrontare riguardano l’importanza del colore e della materia nella sua vita. Nata a Napoli rimane ancorata alle sue radici a livello estetico. Racconta: «La vita è colore; il bianco e nero mi piace poco, è elegante ma mi piace molto poco. In questo senso, la napoletanità, il bisogno che abbiamo noi di luce, sole, riflessi, della solarità… ci deriva dal nostro essere nati in luogo anziché in un altro». Ed Ancora: «Nelle mie creazioni artistiche, accostamenti particolari di tecniche e materiali, usati con grande libertà di espressione, rivestono un ruolo importante e significativo nella costruzione dell'opera e contribuiscono all'elaborazione di una personalissima sintassi linguistica. Stoffe, carta, resine, bottoni, cristalli, sabbia, elementi botanici, fibre, legno…dialogano con elementi più propriamente pittorici in un sottile gioco di rimandi reciproci. E rivelano uno dei dati essenziali della mia poetica: coniugare manualità ed astrazione, fisicità e spiritualità, realtà e sogno. Il ricordo e la riflessione sono il collante che racchiude ed unifica il flusso narrativo. Il colore e la luce ne sono gli strumenti rappresentativi».

Quindi avventurarsi nella comprensione del valore della Materia, sarà un passo decisivo verso la conoscenza del lavoro di questa pittrice napoletana. Mi sembra utile sottolineare, riflettendo sul pensiero espresso dall’artista che secondo Avicebron, poeta e filosofo, anche le cose spirituali sono composte di materia e forma. Aristotele identificando la materia con la potenza spiega: «Tutte le cose prodotte sia dalla natura che dall’arte hanno materia giacché la possibilità che ha ciascuna di essere o non essere, questa è, per ciascuna di esse, la sua materia». 

Secondo Chiara Maresca: «Il mio amore per la materia è indiscusso e nasce dal bisogno di conoscere il mondo che mi circonda attraverso tutti i miei sensi e di reinventarlo, nella creazione di un'opera d'arte, non solo attraverso le emozioni, che tendono ad idealizzare la realtà del sentimento, ma anche attraverso l'istinto ed il contatto fisico. Ho sviluppato, perciò, una sorta di "filosofia del contatto", ricca di mistero e di suggestione, di sensualità fortemente sublimata che soddisfi il bisogno di comunicare anche coi sensi e di instaurare con l'elemento / oggetto, col quale mi rapporto nella creazione di un'opera d'arte, una partecipazione attiva, determinante per la composizione stessa. L'idea (l'emozione, il ricordo) ed il lavoro (esperienza, tatto) in funzione reciproca, conferiscono dunque, al lavoro unità di spazio e di parola. La scelta nell'equilibrio tra le parti è la misura della VERITA' di ogni opera, è dare un significato ad ogni esperienza, di volta in volta, senza preconcetti, lasciandosi guidare dall'istinto, appunto, e dalla memoria».










mercoledì 24 agosto 2016

Personale di Karin Feurich:"Rosso d’autunno. Così quando cadono le foglie…"

All’interno dello Spazio Raw si presenta una Bi-personale, una riflessione sulla natura. 



Con Karin Feurich e Gabriele Fiocco.


Inaugurazione 2 settembre, ore 19.00

Fino al 15 settembre 2016

Spazio Raw
C.so di Porta ticinese 69, Milano

0249436719

Lusingano la vista gli oli su tela di Karin Feurich, nei quali c’è un trionfo della bellezza, una rinascita, una descrizione raggiante del paesaggio bucolico. La luce vince sull’oscuro. Un viaggio tra i colori dei fiori, dei cieli tinti del rosso dell’autunno, delle atmosfere delle fiabe. Sembra quasi di percepire il profumo dei mercati dei floricultori o delle cortecce degli alberi nell’infittirsi del bosco. Pare di intravedere Pan nei suoi paesaggi onirici e fate cortesi spiarci nell’osservare. 
I suoi disegni su carta congiungono la bellezza estetica del soggetto all’utilità data dagli elementi naturali, che vengono riutilizzati per creare le opere. Proprio così quando cadono le foglie, si dà loro un nuovo scopo: la salvia e le foglie degli alberi, tramite una tecnica particolare sperimentata da questa artista diventano timbri che lasciano eternamente la loro presenza, nella forma, attraverso le minuziose venature che la compongono.

-----------------------------------
Scaturisce meraviglia osservare i colori della natura che si mescolano alle forme e sfumano lasciando sempre intravedere il senso delle cose.
 La pittura di Karin Feurich si fonde con la bellezza propria dell’esistere. In lei la natura diviene riflesso dello spirito nel corpo materico. Le sue tecniche percettive ci mostrano l’armonia del creato, semplicemente, naturalmente evitando deliberatamente la complessità insita nel mondo che ci circonda. I suoi paesaggi non sono che lo specchio della sua interiorità, gioiosa, positiva, trasognante. Il ruolo delle sue composizioni estetiche è quello di suscitare piacere, amore per l’universo e per l’arte stessa. Arte come espressione del proprio sentire, dello stupore e dell’incanto nell’osservare il cuore di un bosco illuminato dalla luce dell’autunno, del rosso delle foglie che si lasciano cadere, abbandonandosi al proprio destino… del cielo ascoltato nel silenzioso fruscio delle piante, mentre il vento le smuove come onde di un mare senz’acqua… del profumo che pare di poter sentire. In Karin, la pittura diventa fiaba quando le tonalità dell’azzurro si fondono con il lilla e l’arcobaleno dato dalle sfumature dell’erba e dei fiori. «Mi affascina sempre quando la natura si colora, soprattutto l'autunno, poi anche l'inverno con i suoi paesaggi innevati. Primavera con il suo risveglio della natura e l'estate con i suoi colori brillanti e solari. – spiega Karin - Vivere la campagna, ti regala tutte queste sensazioni di fascino e ti fanno sognare».

 Poesie visive, riflesso di occhi che guardano la profondità del bello nell’animo umano, l’altrove che risiede in noi stessi. L’arte in Karin è bellezza. Come teorizzava Platone la bellezza è in grado di provocare amore, tanto che ha il potere di spingerci verso il ricordo o la contemplazione delle sostanze ideali. La bellezza in questa pittrice tedesca di origine, ma al contempo italiana per scelta e sorte, è anche ordine, cura minuziosa. Seguendo il discorso filosofico di un altro noto pensatore, ovvero Aristotele, ritroviamo questa medesima concezione: della bellezza cioè come simmetria, come ordine. Molti artisti del rinascimento rimasero fedeli a questa linea di pensiero. Con Karin Feurich assaporiamo la meraviglia della natura filtrata dalla cura che rivolgiamo ad essa, dalle attenzioni che le dedichiamo, a volte quasi istintivamente così come si taglia l’erba alta di un prato o si potano le piante quando il tempo lo richiede. I suoi soggetti seguono i colori del tempo, che mutano nel trascorrere dei mesi, con il passare delle stagioni.  Si rivive nelle sue opere la Toscana con i suoi cipressi, gli uliveti, i papaveri, i girasoli… luoghi amati che lo sguardo dell’anima ha reso eterni.

Biografia  

Nata a Lipsia in Germania, dopo il matrimonio con un italiano si trasferisce a Carimate (Co). La simpatia verso la nostra cultura avviene con naturalezza. Discendente di immigrati dell’800 al tempo dello Zar, ha vissuto a stretto contatto con persone che erano dotate di un’altra cordialità che si avvicina molto a quella del nostro paese. Avevano un calore umano che è molto simile a quello che possiedono gli italiani. I nonni erano russi di San Pietroburgo, prima della rivoluzione, I suoi cari hanno fatto tutti una esperienza russa finché non sono arrivati i bolsceviti; c’erano tante comunità straniere al tempo dello zar, poi con la rivoluzione uccidevano a vista… e furono costretti ad emigrare.

Nel 1998 s’iscrive all’Accademia di Brera e frequenta il corso di pittura della scuola degli Artefici con la professoressa Luciana Manelli, diplomandosi. Partecipa alle esposizioni del gruppo pittori di via Bagutta e del Naviglio. Opera in Toscana, dove è attiva in numerosi programmi d’arte, mostre personali e collettive.





 


Personale di Gabriele Fiocco: "Rosso d’autunno. Così, quando cadono le foglie…"

Le sculture di Gabriele Fiocco ci conducono esclusivamente lungo un percorso di utilità del rifiuto attraverso la sua ricerca progettuale del compostificio. Le foglie, i rifiuti organici, si trasformano grazie alle sue compostiere, realizzate sempre in parte con materiali di riciclo, recuperati dalle strade, dai bordi dei fiumi, dal retrobottega di aziende. Colorati in maniera grezza, rigorosamente con acrilici e smalti naturali, sono strutturate anche per apparire come elementi d’arredo, di design. Le foglie quando cadono si tramutano in compost che è possibile così utilizzare per dare una nuova vita alla terra di un giardino. Presenti in mostra anche modellini e disegni stilizzati delle sue originali compostiere.


Inaugurazione 2 settembre, ore 19.00

Fino al 15 settembre 2016

Spazio Raw
C.so di Porta ticinese 69, Milano


0249436719
----------------------------------





Il Progetto del Compostificio di Gabriele Fiocco (Napoli, 14 settembre 1979) nasce dall’emergenza rifiuti a Napoli del 2008. « Il Compostificio nasce dall’accatasto. C’erano montagne di rifiuti, in mezzo ad essi c’erano gli organici, ovvero l’umido, le foglie, gli scarti frutta e verdura, la cenere delle pizzerie, il caffè. Tantissime cose preziosissime vengono buttate, finiscono in mezzo alla plastica, fanno danni abnormi». Sicuramente l’idea è stata messa a punto, inoltre, grazie alle sue esperienze avvenute all’interno del Trasformatoio, una bottega che lo stesso autore aveva aperto a Napoli in quegli anni, frequentata oltre che da amici, i quali prendevano parte alla creazione di oggetti originali, anche da Riccardo Dalisi, architetto e designer precursore dell’arte povera. «Dalisi, durante gli anni ’70, ’80 ha fatto lavori importanti sia in strada, sia con alcuni artigiani di Napoli, con i quali ha seguito una ricerca di design artigianale, con materiali poverissimi, i materiali di scarto. Ci ha insegnato molto. – racconta Fiocco - Abbiamo praticato esercizi di creazione collettivi. In quel caso, si è realizzata in maniera un pochino esponenziale questo concetto della composizione, di una composizione libera, perché ognuno partecipava a queste costruzioni in una maniera spontanea. Il risultato era un risultato collettivo più ricco, che assomiglia molto alla differenza che si instaura tra il comporre l’ambiente e quello di ordinarlo”. L’autore così inizia a dare vita alle compostiere, contenitori dove poter sistemare i rifiuti. Infatti si rende conto che dando un destino diverso alla stessa materia si poteva «creare la vita, arricchire il terreno, nutrire le piante e quindi nutrire la nostra vita». Come afferma Gabriele Fiocco «Questo è un concetto meraviglioso” e merita molta attenzione. Dalle eleganti fattezze, realizzate con materiale di riciclo e colorate con vernici naturali, tra acrilici e smalti, prodotti da alcune specifiche aziende, sono sicuramente anche elementi d’arredo e design. Incredibile pensare come tutto possa cambiare se gli stessi elementi vengono posizionati in contenitori differenti.  «Quindi si potrebbe pensare che sia una questione di ordine, tra virgolette. L’ordine, però, lungo questo percorso, viene subito rinnegato, perché l’ordine è un’imposizione, non c’è libertà, comunicazione. Paradossalmente la soluzione del compostificio avviene dal caos, non viene dall’ordine. Perché l’’ordine non è stato uno stimolo per trovare una soluzione, il caos si. Per trovare una soluzione io parto da qualsiasi condizione considerata anche la più caotica, da momenti di pura emergenza, dal casino totale. Il compostificio non è l’ordine del caos, ma è una composizione. Da tutto ciò che creo nasce una composizione, non l’ordine stesso… Dunque io creo dal disordine». A livello filosofico, il caos viene definito “abisso sbadigliante”, quella condizione di completo disordine che antecede la nascita del mondo. Anche Kant se ne servì, per rappresentare lo stato originario della materia dal quale si sono poi creati i mondi. Dal caos nasce la vita anche nel progetto del compostificio. Il tema del recupero è oggi una problematica importante, molto dibattuta. Seguendo la ricerca di questo giovane artista si evince che: «Il mio lavoro non è sul contenuto, ma sul contenitore. Il contenuto, dipende dal contenitore… gli stessi elementi messi nella plastica creano la morte…una buccia di mela, insieme alla foglia di insalata se vengono messe in un sacchetto di plastica e vengono sbattuti in una discarica, subiscono una trasformazione in assenza di ossigeno. Quella roba crea una proliferazione batterica dannosa, inquina l’aria e le falde acquifere… e sono poi quelle cose che creano i tumori, le malattie. Ci avvelenano praticamente, avvelenano le piante, il terreno, gli animali. Le stesse cose, e qui c’è l’opportunità che sta a noi e al contenitore… quelle stesse cose messe in una compostiera, con del terreno e con delle foglie, in un mix corretto di proporzioni, diventano concime. La suddetta materia viene digerita dagli microrganismi e diventa terreno. Se mescolata in quantità giuste fra cose secche e cose umide assomiglierà molto, anche a livello di profumo, al sottobosco…  La manovella che accompagna il design dell’opera stessa è un elemento che coinvolge chi si avvicina a questi contenitori in una maniera cognitiva. Osserverà la materia all’interno della compostiera e curerà con maggiore attenzione il risultato. Nel contenitore giusto non è roba di cui schifarsi».


Biografia

 Dopo gli studi svolti a Perugia in comunicazione pubblicitaria, si dedica a istallazioni, prototipi e incursioni urbane, disegno, composizioni artistiche, sculture, costruzioni in legno e acciaio, design artigianale, azioni di comunicazione o d'arredo urbano. A Napoli dopo aver assistito Riccardo Dalisi nel progetto Università Volante (in collaborazione con Tam Tam Tam di Alessandro Guerriero e Alessandro Mendini), ha approfondito la passione per il disegno libero, la costruzione senza fissaggio, gli esercizi di creatività di gruppo, il design. Dopo il Trasformatoio a Napoli (visibile la pagina su facebook) si dedico stabilmente al design perché considera gli oggetti come mezzi di comunicazione utili alla risoluzione di vere problematiche sociali, con il progetto Compostificio (vedi www.compostificio.it e pagina facebook). A Milano come a Napoli collabora con diverse associazioni legate al tema del design del riciclo, della “decrescita”, del riuso temporaneo degli spazi pubblici. Espone alcuni prototipi di compostiere d'arredo nell'VIII edizione del Triennale Design Museum di Milano curato da Célant in collaborazione con Silvana Annicchiarico. 
Ha in corso la progettazione di compostiere didattiche per scuole e d'arredo urbano in collaborazione con un’azienda di Torino. Inoltre propone laboratori di trasformazione degli scarti organici e stimolazione immaginativa, rivolti ai bambini di scuole elementari e medie. Cerca d'imparare dalle sue compostiere a trasformare i limiti in opportunità.


Link Video : https://www.facebook.com/spazioRAW-153291728071019/videos






Personale di Gabriele Fiocco: "Rosso d’autunno. Così, quando cadono le foglie…"

Le sculture di Gabriele Fiocco ci conducono esclusivamente lungo un percorso di utilità del rifiuto attraverso la sua ricerca progettuale del compostificio. Le foglie, i rifiuti organici, si trasformano grazie alle sue compostiere, realizzate sempre in parte con materiali di riciclo, recuperati dalle strade, dai bordi dei fiumi, dal retrobottega di aziende. Colorati in maniera grezza, rigorosamente con acrilici e smalti naturali, sono strutturate anche per apparire come elementi d’arredo, di design. Le foglie quando cadono si tramutano in compost che è possibile così utilizzare per dare una nuova vita alla terra di un giardino. Presenti in mostra anche modellini e disegni stilizzati delle sue originali compostiere.


Inaugurazione 2 settembre, ore 19.00

Fino al 15 settembre 2016

Spazio Raw
C.so di Porta ticinese 69, Milano


0249436719
----------------------------------





Il Progetto del Compostificio di Gabriele Fiocco (Napoli, 14 settembre 1979) nasce dall’emergenza rifiuti a Napoli del 2008. « Il Compostificio nasce dall’accatasto. C’erano montagne di rifiuti, in mezzo ad essi c’erano gli organici, ovvero l’umido, le foglie, gli scarti frutta e verdura, la cenere delle pizzerie, il caffè. Tantissime cose preziosissime vengono buttate, finiscono in mezzo alla plastica, fanno danni abnormi». Sicuramente l’idea è stata messa a punto, inoltre, grazie alle sue esperienze avvenute all’interno del Trasformatoio, una bottega che lo stesso autore aveva aperto a Napoli in quegli anni, frequentata oltre che da amici, i quali prendevano parte alla creazione di oggetti originali, anche da Riccardo Dalisi, architetto e designer precursore dell’arte povera. «Dalisi, durante gli anni ’70, ’80 ha fatto lavori importanti sia in strada, sia con alcuni artigiani di Napoli, con i quali ha seguito una ricerca di design artigianale, con materiali poverissimi, i materiali di scarto. Ci ha insegnato molto. – racconta Fiocco - Abbiamo praticato esercizi di creazione collettivi. In quel caso, si è realizzata in maniera un pochino esponenziale questo concetto della composizione, di una composizione libera, perché ognuno partecipava a queste costruzioni in una maniera spontanea. Il risultato era un risultato collettivo più ricco, che assomiglia molto alla differenza che si instaura tra il comporre l’ambiente e quello di ordinarlo”. L’autore così inizia a dare vita alle compostiere, contenitori dove poter sistemare i rifiuti. Infatti si rende conto che dando un destino diverso alla stessa materia si poteva «creare la vita, arricchire il terreno, nutrire le piante e quindi nutrire la nostra vita». Come afferma Gabriele Fiocco «Questo è un concetto meraviglioso” e merita molta attenzione. Dalle eleganti fattezze, realizzate con materiale di riciclo e colorate con vernici naturali, tra acrilici e smalti, prodotti da alcune specifiche aziende, sono sicuramente anche elementi d’arredo e design. Incredibile pensare come tutto possa cambiare se gli stessi elementi vengono posizionati in contenitori differenti.  «Quindi si potrebbe pensare che sia una questione di ordine, tra virgolette. L’ordine, però, lungo questo percorso, viene subito rinnegato, perché l’ordine è un’imposizione, non c’è libertà, comunicazione. Paradossalmente la soluzione del compostificio avviene dal caos, non viene dall’ordine. Perché l’’ordine non è stato uno stimolo per trovare una soluzione, il caos si. Per trovare una soluzione io parto da qualsiasi condizione considerata anche la più caotica, da momenti di pura emergenza, dal casino totale. Il compostificio non è l’ordine del caos, ma è una composizione. Da tutto ciò che creo nasce una composizione, non l’ordine stesso… Dunque io creo dal disordine». A livello filosofico, il caos viene definito “abisso sbadigliante”, quella condizione di completo disordine che antecede la nascita del mondo. Anche Kant se ne servì, per rappresentare lo stato originario della materia dal quale si sono poi creati i mondi. Dal caos nasce la vita anche nel progetto del compostificio. Il tema del recupero è oggi una problematica importante, molto dibattuta. Seguendo la ricerca di questo giovane artista si evince che: «Il mio lavoro non è sul contenuto, ma sul contenitore. Il contenuto, dipende dal contenitore… gli stessi elementi messi nella plastica creano la morte…una buccia di mela, insieme alla foglia di insalata se vengono messe in un sacchetto di plastica e vengono sbattuti in una discarica, subiscono una trasformazione in assenza di ossigeno. Quella roba crea una proliferazione batterica dannosa, inquina l’aria e le falde acquifere… e sono poi quelle cose che creano i tumori, le malattie. Ci avvelenano praticamente, avvelenano le piante, il terreno, gli animali. Le stesse cose, e qui c’è l’opportunità che sta a noi e al contenitore… quelle stesse cose messe in una compostiera, con del terreno e con delle foglie, in un mix corretto di proporzioni, diventano concime. La suddetta materia viene digerita dagli microrganismi e diventa terreno. Se mescolata in quantità giuste fra cose secche e cose umide assomiglierà molto, anche a livello di profumo, al sottobosco…  La manovella che accompagna il design dell’opera stessa è un elemento che coinvolge chi si avvicina a questi contenitori in una maniera cognitiva. Osserverà la materia all’interno della compostiera e curerà con maggiore attenzione il risultato. Nel contenitore giusto non è roba di cui schifarsi».


Biografia

 Dopo gli studi svolti a Perugia in comunicazione pubblicitaria, si dedica a istallazioni, prototipi e incursioni urbane, disegno, composizioni artistiche, sculture, costruzioni in legno e acciaio, design artigianale, azioni di comunicazione o d'arredo urbano. A Napoli dopo aver assistito Riccardo Dalisi nel progetto Università Volante (in collaborazione con Tam Tam Tam di Alessandro Guerriero e Alessandro Mendini), ha approfondito la passione per il disegno libero, la costruzione senza fissaggio, gli esercizi di creatività di gruppo, il design. Dopo il Trasformatoio a Napoli (visibile la pagina su facebook) si dedico stabilmente al design perché considera gli oggetti come mezzi di comunicazione utili alla risoluzione di vere problematiche sociali, con il progetto Compostificio (vedi www.compostificio.it e pagina facebook). A Milano come a Napoli collabora con diverse associazioni legate al tema del design del riciclo, della “decrescita”, del riuso temporaneo degli spazi pubblici. Espone alcuni prototipi di compostiere d'arredo nell'VIII edizione del Triennale Design Museum di Milano curato da Célant in collaborazione con Silvana Annicchiarico. 
Ha in corso la progettazione di compostiere didattiche per scuole e d'arredo urbano in collaborazione con un’azienda di Torino. Inoltre propone laboratori di trasformazione degli scarti organici e stimolazione immaginativa, rivolti ai bambini di scuole elementari e medie. Cerca d'imparare dalle sue compostiere a trasformare i limiti in opportunità.



giovedì 5 maggio 2016

Creatività Artigiana a Palazzo

Rassegna Nazionale  - 4° edizione

“Creatività Artigiana a Palazzo” è un evento creato e che si sta sviluppando man mano negli anni per valorizzare e promuovere la creatività e qualità artigiana italiana ad italiani e stranieri, nel centro di Milano.
Nel prestigioso ed elegante contesto ottocentesco di Palazzo Giureconsulti, sede storica della manifestazione, situato nel cuore culturale, economico e dello shopping della città di Milano, il 7 e 8 maggio, la manifestazione “Creatività Artigiana a Palazzo” accoglierà le originali produzioni di numerosi ed interessanti artigiani artisti, provenienti da numerose Regioni Italiane.

Creatività Artigiana a Palazzo, mostra promossa da Associazione Iperbole con il supporto organizzativo di Eventi doc di Myriam Vallegra, è fin dalla prima edizione Patrocinata da Regione Lombardia, Comune di Milano.

La mostra “Creatività Artigiana a Palazzo” presenta collezioni moda ed accessori, nuove ed originali linee di tendenza di gioielleria e bijoux dai materiali più classici come perle e metalli preziosi a quelli più inusuali come ceramica e sabbia, particolari, eleganti e raffinati complementi per la casa e la tavola ed anche oggetti per il regalo di alto artigianato artistico da proporre a tutti i visitatori italiani e stranieri che verranno a visitarla.

Sabato 7 e Domenica 8 Maggio 2016

In occasione della Festa della Mamma

Palazzo Giureconsulti
Via Mercanti 2, angolo Piazza Duomo

Milano centro

Ingresso al pubblico gratuito
Vendita al pubblico
Dimostrazioni dal vivo
Incontri con gli artigiani
Video e approfondimenti su tecniche e materiali
Laboratori didattici e giochi per bambini
Musica dal vivo
Degustazioni

Orari apertura evento:
Sabato e Domenica: 10.00 – 19.00


Pagina FB: Creatività artigiana

Per informazioni:
Eventi doc di Myriam Vallegra – tel. 347-4009542 – info@eventi-doc.itwww.eventi-doc.it

Associazione culturale e artistica Iperbole – tel. 329-8989533 – info@associazioneiperbole.itwww.associazioneiperbole.it


martedì 26 aprile 2016

Il Fiore e Il Lago

Sabato 30 Aprile e Domenica 1 Maggio, si svolgerà la quarta edizione della manifestazione Il Fiore e il Lago nel Parco dei Tre Laghi a Gravellona Lomellina, paese d’arte, nel pavese, a pochi chilometri da Vigevano e Novara.

Il Fiore e il Lago è un evento molto ricco di attrattive: naturali, paesaggistiche e culturali, come è ricca ed originale la cittadina di Gravellona Lomellina che lo ospita, a pochi chilometri da Milano, tra cascine e risaie, dove il relax, l’arte, la natura e il buon cibo regnano sovrani.

La manifestazione Il Fiore e il Lago, che ad ogni edizione accoglie migliaia di visitatori, si svolge nell’originale paese d’arte, fantasia e creatività di Gravellona Lomellina ed è ambientata nell’oasi naturale del Parco dei Tre Laghi.

L’evento propone una ricca esposizione di piante, fiori, sementi, attrezzature e macchine per il giardinaggio e la cura del verde, con la presenza di florovivaisti selezionati provenienti da diverse Regioni Italiane che presenteranno al pubblico numerosissime varietà di piante: rose, piante da frutta, agrumi, piantine da orto, olivi ed altre piante mediterranee, aromatiche, officinali, orchidee, piante di stagione, annuali, perenni,  ...
Inoltre consigli e consulenze gratuite sul giardinaggio e sulla progettazione e realizzazione di giardini, terrazzi ed orti, allestimento, composizioni floreali e laboratori didattici per adulti e bambini.

Il Fiore e il Lago non è soltanto un’importante manifestazione florovivaistica nazionale, ma significa anche valorizzazione di prodotti artigianali ed enogastronomici di qualità, nonché sport, divertimento e musica per tutta la famiglia.

I bambini infatti potranno divertirsi tutto il giorno in mezzo al verde, tra caprette, asini e animali da cortile, effettuare laboratori didattici e divertenti giochi ispirati alla vita contadina ed all’aria aperta e salubre.
L’associazione Il Laboratorio delle Idee sabato dalle 15.00 alle 18.00 e domenica dalle 10.00 alle 18.00 terrà per i bambini simpatici ed originali intrattenimenti ispirati al magico mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, intrattenendo i bambini con il trenino del Brucaliffo, il Gioco del Croquet, i Cavalli della Regina di Cuori, la Pet Therapy con il BianConiglio e realizzando i seguenti laboratori didattici: Fiori di Carta, Liberi di Creare …Speventapasseri e Giardinieri in Erba.
Sabato alle 19.30 ci sarà lo Spettacolo Teatrale “Alice nel Paese delle Meraviglie” per intrattenere i bambini anche durante la cena (la cena per le famiglie partirà dalle 19.00)
Sempre durante la due giorni di manifestazione l’EDFA Scuola di Decorazione Floreale per Amatori di Sanremo – sede di Milano terrà laboratori didattici per adulti e bambini di composizioni floreali e di intaglio di frutta e verdura per la decorazione dei piatti e della tavola.


Nello specifico i laboratori didattici tenuti dall’EDFA Scuola di Decorazione Floreale per Amatori di Sanremo – sede di Milano durante la manifestazione Il Fiore e il Lago saranno:
Sabato 30 aprile:
ore 15,30: "coroncine in fiore" dedicato ai bambini;
ore 17,00    "borsette fiorite";
ore 18,00    "intaglio di verdure";
Domenica 1 maggio:
ore 11,00    "borsette fiorite";
ore 15,00    "coroncine in fiore" dedicato ai bambini;
ore 16,30    "intaglio di verdure";
ore 18,00    "borsette fiorite".
Il costo di ogni singola composizione floreale sarà di 10 €  tutto compreso: fiori, contenitori e materiale non vegetale.

I visitatori della manifestazione Il Fiore e il Lago potranno arricchire i loro giardini e terrazzi con piante e fiori selezionati e particolari, o acquistare oggetti di qualità ispirati alla natura e all’ambiente, realizzati a mano da validi artigiani, nonché trovare prodotti naturali e agroalimentari tipici e particolari, sia del territorio sia provenienti da alcune interessanti altre aree geografiche italiane, oltre ad effettuare giri in canoa o a cavallo e passeggiate o semplicemente prendersi un po’ di relax in riva al lago, ascoltando buona musica.

Un’interessante e ottima cucina locale, di lunga e radicata tradizione, a base di risotti e specialità di lago allieterà i palati di tutti e saranno proposti anche menù ad hoc per i bambini.

Il Fiore e il Lago significa promozione dei prodotti agricoli e florovivaistici del territorio e di altre zone tipiche italiane, la valorizzazione del Made in Italy, la conoscenza e la cultura del verde, dell’ambiente e della vita all’aperto.  

La manifestazione Il Fiore e il Lago, per la sua qualità, è patrocinata da Regione Lombardia, Provincia di Pavia, Comune di Gravellona Lomellina.

L’evento è promosso dal Comune di Gravellona Lomellina ed organizzato in collaborazione con Eventi doc di Myriam Vallegra, Lomellina Terra del Cuore, Fondazione Agostino Figari, Associazione culturale e artistica Iperbole.  

Durante la manifestazione Il Fiore e il Lago si potrà visitare l’intera cittadina di Gravellona Lomellina, dove molteplici e molto originali sono le espressioni artistiche che si possono ammirare, alcune bizzarre e simpatiche, come le torrette dell’Enel trasformate in facce giganti (con nasoni, occhi, bocca, gran mustacchi e cravatta!) e i paletti della pista ciclabile dipinti da carabinieri, carcerati, pagliacci e varie altre figure; altre più raffinate, come i quadri che adornano moltissimi muri del centro, riproduzioni a grandezza naturale di celebri dipinti di impressionisti dell’Ottocento italiano (Segantini, Signorini, Lega, Fattori, Pellizza Da Volpedo…), oltre ad altre opere di artisti contemporanei, che ritraggono in varie salse il tema di “San Giorgio e il Drago”.
L’intera cittadina è punteggiata di numerosissimi tocchi di fantasia, ad ogni angolo ce n’è uno.

4° Mostra mercato dei Fiori e del Verde
Sabato 30 Aprile e Domenica 1 Maggio 2016
Parco dei Tre Laghi
via XX Settembre, 46
Gravellona Lomellina (PV) – Paese d’arte e fantasia
Orari apertura mostra mercato al pubblico:
Sabato dalle 14.00 alle 20.00 circa - Domenica dalle ore 9.00 alle 20.00 circa
Sabato dalle ore 19.00 in poi apertura ristorante. Il ristorante sarà aperto anche domenica per pranzo
Ingresso gratuito
Parcheggi gratuiti

Vendita diretta dai produttori florovivaisti, aziende agricole, artigiani
Piante e Fiori
Consulenze su florovivaismo, progettazione giardini, orti e prodotti naturali
Dimostrazioni dal vivo
Prodotti tipici ed enogastronomici
Un mondo per bambini: laboratori didattici a tema floreale ed agricolo e giochi, intrattenimenti e spettacoli ispirati al mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie
Giri in canoa e a cavallo
Tour del parco sul Gravellona express
Musica dal vivo sull’acqua con l’orchestra sulla zattera nei pomeriggi di sabato e domenica e serata romantica il sabato
Cucina con risotti e specialità di Lago nel Ristorante alla terrazza e menù ad hoc per bambini
Bicchiere di vino di benvenuto ai visitatori che si iscriveranno alla mailing list del Comune





Sito Internet evento: www.ilfioreeilago.it 
Pagina FB: Il fiore e il lago
E-mail:
info@eventi-doc.it
info@ilfioreeillago.it
ilfioreeillago@gmail.com

Per informazioni:
Organizzazione e comunicazione:
Eventi doc di Myriam Vallegra: tel. 347-4009542 – 329-8989533 - info@eventi-doc.it – www.eventi-doc.it
Ente Promotore:
Comune di Gravellona Lomellina: Tel. 0381-650211 – e-mail: ilfioreeillago@gmail.com – www.comune.gravellonalomellina.pv.it