giovedì 22 dicembre 2022

“Tra colore e materia” di Nicola Pica



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All’Arcadia Art Gallery, di galleristi Marco Mastromauro e Claudia D'Angelo, fino al 31 dicembre in mostra le opere di Nicola Pica [Ponte (BN) 1963].

 

Con Nicola Pica ci s’immerge in un mondo di colori che debordano, tracimano e si gonfiano, accendendosi d’intensità, rischiarando anche le notti, quando la tela viene tracciata da arcobaleni monocolore; un mondo, altresì, di abbondanza formale che si avvicina nel suo manifestarsi al concetto boteriano di estetica pittorica. Ma se in Botero si celebra l’ironia tutta improntata dalle fattezze del soggetto, colto da una vera e propria vivacità cromatica, in Pica si dà vita a qualcosa di favoloso. 

Essendo attratto sia dalla natia terra beneventana che dall’arte, l’artista nel suo operare ha eretto un ponte tra realtà e immaginazione, raggiungendo un livello ideale e tecnico, capace di trasmutare l’oggettività visiva in paesaggio immaginato, proprio come un alchimista si pensa sia in grado di poter fare, trasformando il piombo in oro. 

Così i suoi notturni capeggiati dalla luna piena fanno percepire un’atmosfera quasi magica. L’oro si specchia nel buio dell’oscurità e riluce persino nel paesaggio.  

Si sa che il noce di Benevento è ricordato come luogo mitico, in cui le streghe s’incontravano a migliaia per partecipare ad un sabba sfrenato in cui la parte dionisiaca veniva liberata a discapito di quella apollinea.

Nel cuore della notte … prendevano corpo le fantasie di coloro che si ribellavano alla concezione quotidiana del reale, in riti pagani. Non è un caso che queste zone ispirino la rappresentazione; sembrano nascondere una forza primordiale che il pittore nei suoi quadri visionari riesce ad estrapolare.

L’astrattismo rientra nel suo modus operandi, quando l’informale incontra la materia ed il colore diventa corposo, in un’apparente trasmigrazione dalla tela fino alla nostra quotidianità.

 

Con Pica nasce il movimento artistico “Cromocostruzione”, di cui lui è inventore; la cromocostruzione è entrata ufficialmente nelle Avanguardie dell’arte Contemporanea Italiana e Internazionale grazie alla pubblicazione all’interno dell’Atlante di Arte Contemporanea edito dalla De Agostini. L’uso meditato del colore, perde la contingenza ed è ciò da cui parte per caratterizzare i suoi lavori. L’orchestrare dei pigmenti e delle colorazioni in contrapposizione al bianco, conseguenza della somma delle vibrazioni luminose, in cui riposano tutti i colori, genera l’opera. Il cielo allora si fa bianco ed anche le stradine tra le colline mentre esse con le loro onde tinteggiate sono espressione pura.